Protagonista del romanzo di Raffaella Bossi è Anita Palladio, un’autrice di numerosi romanzi e giornalista affermata, conosciuta nel mondo dell’editoria come la “Signora dell’avventura”. È lei a narrare in prima persona le vicende che la vedono coinvolta, utilizzando il tempo presente. Grazie a questo espediente la narrazione risulta “in presa diretta” rispetto agli avvenimenti; una narrazione colorata da un particolare brio, dall’ironia e da un senso di autocommiserazione di fronte alle piccole e grandi avversità della vita. Ricorda in alcuni momenti le protagoniste dei lavori della Kinsella.
Affermata scrittrice di storie vissute sui campi di battaglia nei luoghi più “caldi” dei cinque continenti, dove guerre, rivolte, attentati sono all’ordine del giorno, Anita è una coscienziosa giornalista e scrittrice. Si documenta e non lascia nulla al caso; una vera professionista, divenuta tale grazie al padre. Un integerrimo Generale dell’esercito che ha forgiato il suo carattere con una educazione di tipo militaresco, generando una piccola soldatessa pronta ad affrontare il mondo. A controbilanciare la severità e l’ordine della figura paterna, Anita, giovane dedita esclusivamente al suo lavoro, trova nella madre, bella e à la page, risposatasi con un nobile inglese, il modello più mondano e femminile che si possa immaginare.
È in questa situazione che improvvisamente Anita si trova a dover affrontare un tipo di guerra a cui non è abituata; un combattimento che non è solita affrontare e che, quindi, la trova completamente impreparata.
Il suo nuovo libro, ora nelle mani dell’editore, non sarà dato alle stampe. Sull’uscita del suo lavoro pesa un ultimatum: o vengono aggiunte alcune scene di sesso e amore o il libro così com’è non esce. Secondo il reparto marketing della casa editrice con cui lavora, la sua opera non è in grado di competere con il romanzo che è salito in cima alle classifiche di vendita; quello a firma di Vanessa Liberti, che, dalle parole di Anita, sembra più una donna di facili costumi che una vera e propria scrittrice.
“La signora, oddio, signora non è proprio il termine adatto, ha sproloquiato a raffica sulla liberalizzazione dei costumi, manco fossero droghe leggere, sul sesso aperto, in quale senso non si è capito, e sulla censura che limitava il genio e l’estro creativo.” – La signora dell’avventura
Ne scaturisce un vero combattimento che Anita affronterà come è solita fare, studiando il campo (il sesso e l’amore), aiutata dalle sue due amiche scrittrici e dall’attendente di suo padre, il fido Pasquale, una sorta di “fata madrina” sempre disponibile ad aiutarla e a consigliarla. Nascono così una serie di “avventure”, di occasioni divertenti e impreviste in cui Anita mostra il suo carattere, la sua professionalità e, non ultimo, la volontà di sostenere fino in fondo le idee in cui crede.
Immersa nell’indagine per scoprire come rimediare alla richiesta dell’editore e per capire cosa sia il sesso e l’amore su cui dovrebbe scrivere, scopre di trovarsi di fronte a delle verità che non aveva intuito. Non solo capirà meglio chi sono i veri amici e chi non lo è, chi vuole veramente aiutarla nel suo lavoro e chi, invece, sfrutta la sua popolarità; ma soprattutto avrà modo di capire che, pur essendo la signora dell’avventura, non per questo è immune al vero amore. D’altro canto, le sarà anche possibile fare dei passi professionali non di poco conto. Anita è convinta delle proprie idee e combatterà fino alla fine affinché la letteratura spazzatura non determini e vinca sui valori della cultura (quella vera) e sulle capacità professionali di chi, come lei, ha fatto dell’arte e della parola scritta il proprio lavoro.
Molto ironico e, quindi, piacevole da leggere, “La signora dell’avventura” è un susseguirsi di episodi che si legano in modo frizzante e vivace, grazie soprattutto alla presenza di una claque di personaggi che circondano la protagonista, siano essi quelli che la sostengono, siano quelli che invece sono i suoi antagonisti.
Caratterizzata da una serie di “manie” (ad esempio, scrivere seduta su una sorta di sedia a palla utile per mantenere la posizione corretta della schiena), Anita è un personaggio a tutto tondo; è un personaggio che, nonostante le sue capacità e i risultati ottenuti, riesce comunque a dubitare di se stessa. È questa latente insicurezza, mescolata a una impavida capacità allo scontro e alla battaglia, che la rende particolarmente accattivante, riuscendo ad attirare le simpatie di chi legge la sua storia.
Se il personaggio principale è una figura riuscita, alle volte la narrazione perde vigore e manca di momenti di tensione, poiché si intuisce a priori come andrà. Questo forse è dovuto al fatto che si è voluto porre l’accento sul messaggio del romanzo, racchiuso in alcune scelte che Anita porterà avanti come scrittrice e come artista; ossia che nel mondo della cultura esistono delle imposizioni del mercato che sembrano voler dare risalto a temi e ad autori senza uno spessore. La figura di Vanessa Liberti, con la sua più che evidente mancanza di educazione e di classe, come pure quella della conduttrice televisiva che sembra farle da spalla, sembrano stereotipi di una sottocultura. Probabilmente, esaudiscono le pulsioni di un pubblico che non appare in grado di capire cosa sia culturalmente e civilmente valido.
Ritenete, anche voi, come ci fa capire Anita, che la nostra epoca attraversi un momento in cui i valori della società e della cultura siano veramente regrediti?
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