La recensione di Cani da riporto a cura di Salvatore Cusimano

Salvatore Cusimano, Direttore di sede presso Rai Radiotelevisione italiana a Palermo, recensisce Cani da riporto di Salvo Barone e lancia un messaggio agli scrittori.

“Si può vivere a migliaia di chilometri e continuare a sentire sulla pelle lo scirocco della terra in cui si è nati, la sua malia e la sua dannazione. Le voci, le grida dei quartieri popolari intrisi di sapori unici e di sguardi ambigui. Impari a conviverci e a schivare le trappole linguistiche e quelle ugualmente pericolose dei favori e delle pacche sulle spalle.

Quella vita tra i vicoli ti corazza e ti rende un uomo più forte in grado di reggere l’onda d’urto anche di quelle realtà in cui la violenza è come quella delle tue parti ma il gioco è meno manifesto e più sofisticato. Come pure i protagonisti delle storie che si muovono in un ambiente etereo ma allo stesso tempo terragno, dove la fanno da padrone lo scambio, il potere, i soldi.

Montagne di soldi  accumulati sulla pelle dei disgraziati di sempre, all’ombra di banche e finanziarie, di società che brandiscono azioni come fossero proiettili di calibro 38 e in cui la morte, comunque sia, è un indispensabile strumento per l’affermazione. 

A Nord, fra i loft schermati da vetrate che nascondono ogni trasparenza anche quando ne fanno un vessillo, come al sud, dove la faccia greve e l’alzata di spalle di un vicino segna il tuo destino. Talvolta anche fra i rappresentanti delle forze dell’ordine e delle istituzioni che quella mentalità dovrebbero abborrirla. 

Lo sa bene il commissario Biondo che ha dovuto lasciare la sua Palermo e cercare a Milano un nuovo futuro da investigatore e una nuova serenità personale.

Ma lo sa anche Salvo Barone che a Palermo è nato e vissuto. Ha calcato tanti palcoscenici anche quelli sportivi apparentemente lontani dalla mentalità mafiosa ma in realtà con vaste zone grigie nelle sue dirigenze e persino fra i suoi praticanti amatori o professionisti.

Ma Barone ha in più una formazione di bancario, ha conosciuto la macchina dall’interno e ne ha colto rischi e fragilità. In più occasioni, nei romanzi che ha pubblicato, ha scavato in questo mondo come in quello della criminalità più bassa.

I romanzi sono uno strumento straordinario di indagine della realtà. Lo sono ancor più i gialli dove il mistero e le domande consentono di aprire squarci in mondi illuminati spesso dalle cronache e dalle inchieste giudiziarie, alle quali sfuggono però le dimensioni psicologiche, le sfide mentali, che sono parte rilevante della vita degli esseri umani, nel bene come nel male. 

Nessun processo potrà disvelare pienamente la complessità dei travagli che stanno dietro le scelte anche le più drammatiche. Ecco perché la narrativa, anche quella asciutta del giallista, deve necessariamente affiancare il lavoro di quanti per mestiere devono sbrogliare casi e svelare misteri.

Non è la prima volta che ho l’occasione di sottolinearlo. Il ruolo dello scrittore è civile. Non si tratta solo di intrattenimento o di un modo come un altro di sbarcare il lunario in un’epoca senza mestieri o con troppi mestieri effimeri. Ma ricerca di un ordine in una complessità sfuggente e dai mille volti. Un argine alla follia e all’arroganza del potere.

Lo scrittore anche quando maschera dietro personaggi di fantasia ambienti e protagonisti lancia un urlo. “Io so chi siete, come siete fatti e di cosa siete responsabili. E non resto in silenzio. E il mio libro o il mi scritto resteranno qui a testimoniarlo”.

Salvatore Cusimano

Edizioni Il Vento Antico

Senza emozioni gli uomini non vivono. Neppure i libri. Noi andiamo oltre la forma, dritti alla sostanza. Edizioni il Vento Antico, il nuovo soffio nell'editoria.